Giorno 18 ottobre presso il Palazzetto dello Sport di Carbonara(Bari), si sono svolte le sessioni d’esami di graduazione per cinture nere e passaggio di dan(grado), per tutti gli atleti appartenenti alla FIJLKAM.
Un passaggio importante nel percorso evolutivo, non solo tecnico, ma anche spirituale del praticante marziale. Il Bushido diretto dal M° Setaro Gennaro, ha posto fin dalle origini della fondazione l’accento su questo.
Il vero praticante di karate, dice il Maestro, non è solo colui che esercita con profitto l’arte del “Combattimento” e magari ne diventa campione, ma è soprattutto quello che fa dell’ Arte un motivo di vita. Infatti, le Arti Marziali, insegnano prima di tutto umiltà e disciplina, educazione e rispetto verso gli altri e verso se stessi, sempre nel rispetto di un codice che insegna ad essere uomini prima che “Combattenti”.
Sostenere gli esami di passaggio grado, un po’ racchiude tutto questo, include in soli dieci minuti d’esame, tutta quella filosofia e spiritualità che si coltiva con tanto sacrificio ogni giorno di allenamento.
In questa sessione d’esame, ben tre atleti del Bushido si sono diplomati cinture nere 2° dan: Chiare Larice, Giuseppe Legari e Francesco Massidda.
Elogi certo non sono mancati per i tre karateka, ma in particolare per Chiara Larice e Giuseppe Legari, che pur non essendo giovanissimi si sono distinti in una classe di giovani. Infatti, testimonial della campagna “ il Karate è di tutti e per tutti” del M° Setaro, è Giuseppe Legari, “Atleta non più tanto giovane” di 62 anni con evidenti limitazioni fisiche, al quale ben 15 anni fa, il suo ortopedico diagnosticò un futuro su sedia a rotelle.
Noncurante, continua imperterrito quotidianamente a eseguire l’attività del “Suo karate”, un karate ricco di gioia e benessere che insieme alla Larice, trasmettono ai piccoli karateka del Bushido.
Messaggio questo che deve far riflettere tutti ancora una volta. Ma è vero che il karate è per pochi e solo gli agonisti possono avere successo? o ha ragione il M° Setaro che il karate deve essere per tutti e che non esistono “Maestri tenutari del verbo”?